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ENZO FERRARI – A VICENZA – LA MUSICA  e i pianoforti Maltarello: un patrimonio di Vicenza che può e deve tornare a casa.

Alcuni sanno che Richard Wagner era di casa con i Giustiniani .Pochi però sanno che Enzo Ferrari studiò a Vicenza. Ospitato a Palazzo Giustiniani (committente della fabbrica) -Zorzi -Maltarello -Accademia Musicale collegio Baggio. Il palazzo era una delle tre storiche sedi e residenze cittadine della Reale Fabbrica- Orchestra dei Pianoforti Vincenzo Maltarello spa e fratelli. Conservatori dei teatri cittadini, tra cui il Teatro Olimpico dell’amico, fino alla di lui morte, l’architetto Andrea Palladio, dell’Anfiteatro Berico dei principi Colonna – Querini – Marzotto – Dalle Ore-Grimani – gen. Grimaldi – Malosso, del teatro degli AntiDonà, della sala musica della villa di Jacopo Cabianca e di quella di questo palazzo.

Sala musica di palazzo Giustiniani Maltarello di via S Francesco a Vicenza: detta “Alessandro Magno” – “Roxane ” nella Reggia di Caserta.

Era un costante per Giustiniani celebrare i mitici condottieri Molossi Sopratutto Alessandro Magno. Anche i palazzo di Vicenza contiene una Stanza di Alessandro Magno . Grazie a un finanziamento bancario che lo ha restituito alla sua antica bellezza, il sindaco di Vicenza Achille Variati lo ha consegnato all’Istituto di Ricerche Religiose presieduto dal vicedirettore mondiale Rothschild, il vicentino ceo dell’ENI, il dr. Paolo Scaroni.

Oltre al salone nobile il Palazzo contiene la Stanza di Pitagora, la sala musica, dove i fratelli Mattarel esponevano la pergamena (donata oggi al museo di Bari)-Conteneva i canti Sacri egizi, trascritti dagli algoritmi delle stelle, ben 5.000 anni prima di Pitagora, le sette note musicali.

Dopo tanti anni, tocco al generale Pilota Ettore Malosso e l’ex collega dell col.Tortoli. a riaprire e mostrare assieme a Manuel Fangio , Alejandro De Tomaso, Enzo Ferrari il palazzo Maltarello della ex moglie in compagnia del Gran Maestro delle Massoneria di rito scozzese, l’attore Robert Morrison in arte John Waine .

Principato di Monaco Encalve Francese di Monte-Carlo, Monaco, Costa Azzurra e la Condamin. Monumento dedicato a Juan Manuel Fangio

Con il gen. Malosso, padre del maestro Franco Alessandro Molosso Maltarello von Rosenfranz , accompagnato dal corridore Orfeo Ferasin, il concessionario Rolls -Royce – Jaguar -Bentley -Ferrari,-Maserati- Simca-Chrysler Enzo Ferrari ricordò che, dormiva dai Maltarello e studiava all’istituto fondato industriale delle seta, i ROSSI fondato dal socio dei Maltarello Il mecenate Alessandro Rossi, a quell’epoca l’istituzione era stata convertita in fabbrica di componenti aeronautici. Enzo visitando le altre Fabbriche dei Rosenfranz di via S . Francesco Vecchio, di Corso Padova e delle Giudecca rimaneva affascinato da quello che, musicalmente, corde e saltarelli insieme permettevano di fare. Nella Fabbrica Reale dei Rosenfranz, l’epoca amministrata dal senatore Antonio Fogazzaro era finita. La radio ne prendeva lentamente l’audience e il giovane Enzo pensava a un rombo: la musica delle sue auto.

A sinistra Pucci Ferasin con Manuel Fangio.

L’istituto Alessandro Rossi frequentato a Vicenza da Enzo Ferrari

ENZO FERRARI – LA MUSICA 

VICENZA, IL ROMBO DI UNA FERRARI E – LA MUSICA Non abbastanza si è detto però sul fascino che queste auto hanno incontrato verso i più grandi musicisti e come questi musicisti Dalle auto dei possessori di questo rombo la sinergia dei musicisti proprietari di questa auto. a partire da H. von Karajan, Arturo Benedetti Michelangeli Claudio Abbado, Placido Domingo, Lucio Dalla, Antonello Venditti o Eros Ramazzotti. Molti motori, da quelli della Porsche a quelli della Lamborghini, hanno suoni inimitabili, ma ai propulsori della Ferrari spetta un posto al sole. E non a caso tra i ferraristi Doc ci sono poi i chitarristi Tony Powell e Neil Murray, Gino Paoli e soprattutto Nick Mason dei Pink Floyd Renato De Paoli ci racconta alcune vicende fra il rombo delle Ferrari e la Buona musica. In questo tempi grigi e bui in cui gli italiani in UE sono condannato a pagare pesanti sanzioni l’azienda di Maranello svetta ancora portando sempre alto il nome dell’Italia. Nella serata i racconti del ricercatore Renato De Paoli. Ospite onorario atteso da Modena per gli interventi sulla Ferrari, su Toscanini, sul conte Guido Piovene fervente protettore dell’Anfiteatro Marittimo Berico di Arcugnano, l‘expertize Maurizio Quartieri, Ricordata anche la figura del geniale storico artigiano trasformatore, di auto modificate per i grandi artisti, il vicentino Antonio Carollo In Anfiteatro Berico dalle 18 alle 20,30 con esposizione di una di queste Ferrari, alla Jaguar E Type del Molosso, alla Mercedes ” Bauletto” di Giuseppe Becce e di una simile a quella usata nel film: Il Portiere di notte di Liliana Cavani. Infine anche un modello di Cadillac amato da Elvis Presley che in UE compì un giro propagandistico dedicato al pacifismo .

PALAZZO MALTARELLO I pianoforti dei Rosenfranz : un patrimonio di Vicenza che può e deve tornare a casa

Fonte : Di Tommaso De Beni

 23 Dicembre 2023

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Pianoforte con decorazioni di pregio

(Articolo sui pianoforti Maltarello da Vicenza Più Viva n.2 ottobre-novembre 2023, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Riemerge la vicenda di un grande imprenditore vicentino che li costruiva in un palazzo nel quartiere di San Marco. Ad usarli, tra gli altri, il grande compositore russo Stravinskij, oltre a Bellini e Rossini. Ora, grazie alla passione di Sante Guidolin, alcuni esemplari sono stati riportati in vita con la possibilità di creare un museo unico nel suo genere.

Spesso, nella vita, le cose più belle sono nascoste. Forse proprio perché sono speciali, si rendono più difficili da vedere. A Vicenza, in particolare, può capitare che, al di là dei monumenti e delle piazze più note, ci siano tesori nascosti dietro a enormi portoni di palazzi che prendono il nome da antiche famiglie, che nascondono storie altrettanto preziose. Che sono anche la storia della nostra città. Per fortuna a volte ci sono persone semplici, umili, che, mosse solo dall’amore per la cultura, per la storia, dalla passione per l’arte, scavano per far riemergere questi tesori e queste storie. È il caso di Sante Guidolin, classe 1960, ex professore di musica, che in casa sua enei capannoni dell’azienda di ceramiche di famiglia, a Longa di Schiavon, custodisce una serie di pianoforti dell’Ottocento e Novecento, a volte commissionati da musicisti, nobili, re, ministri.

Sante Guidolin con il pianoforte di Cabianca

Si tratta di strumenti musicali che sono anche opere d’arte, per la loro fattura, il tipo di legno, le corde, il tipo di tasti, le intarsiature. Strumenti per la maggior parte prodotti a Vicenza dalla fabbrica di Vincenzo Maltarello, che fu elogiato per la pregevolezza dei suoi pianoforti anche all’Esposizione universale di Parigi e costruì pianoforti per musicisti di alto livello e per grandi aristocratici. Maltarello morì nel 1907 e l’azienda, condotta dal figlio Luigi, subì nel 1938 l’ingiustizia e la persecuzione in quanto molti soci erano ebrei. Luigi dovette vendere e la fabbrica fu poi convertita in industria bellica. La sede principale dell’azienda Maltarello si trovava nel quartiere di San Marco, in uno dei palazzi più belli della città, anche se la sua bellezza è spesso nascosta dal portone chiuso, cioè il palazzo Giustiniani Baggio, che è dotato di bellissimi affreschi e un’imponente biblioteca, sebbene nemmeno gli storici che si sono occupati di scrivere di questo palazzo sapessero che fu appunto sede dell’azienda Maltarello.

Intarsiatura in pianoforte di pregio Maltarello, probabilmente realizzato su commissione

Qui, nella sede storica, i pianoforti Maltarello-Rosenfraz, imparentata con Maltarello che decise di usare questo nome per la vendita dei pianoforti al mercato tedesco e austriaco e che potrebbero presto ritornare grazie all’impegno di Sante Guidolin.
«Fondazione Cariverona, che gestisce il palazzo, mi ha dato il consenso per trasportare e conservare alcuni dei pianoforti che custodisco – spiega Guidolin -. L’idea che vorrei concretizzare è quella di un museo, unico nel suo genere, di pianoforti storici, alcuni sono talmente antichi da essere di fatto dei fortepiani. Sono disposto a portarli anche tutti qui».
Un ritorno a casa per un marchio storico che ha reso la vicentinità famosa nel mondo, grazie alla passione di un altro vicentino che vuole fare un regalo alla città. Passione che inizia fin da bambino, grazie all’incontro con il pianoforte di Jacopo Cabianca, amico e primo
finanziatore di Maltarello. «A Longa di Schiavon, dove abito, c’è una villa palladiana, che noi chiamavano Cabianca, perché ci ha vissuto e vi è morto il poeta e librettista Jacopo Cabianca, ma che apparteneva alla nobile famiglia dei Chiericati – racconta Guidolin –.  Questo pianoforte, appartenente a Cabianca, alla sua morte è stato regalato dal marito
della figlia al prete. Il prete lo usava nella sala parrocchiale e fu così che io a 5 anni iniziai a giocare con questo pianoforte antico, in legno, ma in disuso.

Logo della reale fabbrica di pianoforti Maltarello

Dopo aver finito il conservatorio sono andato a cercare il pianoforte e ho scoperto che era ancora lì nella sala parrocchiale di Longa. Il parroco me l’ha venduto per 500 mila lire. Così è iniziata la mia storia, ma non avrei fatto niente senza l’incontro con Tiziano Ferrari, uno dei migliori restauratori di Vicenza, e al suo laboratorio dove vende e fa fare pezzi di pianoforte sia antico che moderno. In quattro anni abbiamo rimesso in funzione il pianoforte di Cabianca e ho scoperto che era stato fabbricato da un vicentino, appunto Vincenzo Maltarello. Dopo quel primo pianoforte ce ne sono stati molti altri, che io ho preso prima che venissero buttati via».
A metà dell’Ottocento esistevano i fortepiani, gli antenati del pianoforte, poi le varie tecniche si sono evolute negli anni. «Mi sono interessato alla storia di Vincenzo Maltarello, cercando anche di recuperare un libro che ne parla, di Bruno Onorelli e Franco Malosso: “L’uomo che regalava la musica”». Tutti i pianoforti – spiega Guidolin – hanno un numero di serie in cui c’è scritto il numero progressivo dei pianoforti costruiti da una certa fabbrica. Il più recente che ho recuperato ha il numero 12700, quello di Cabianca è l’11. Ho visto anche pianoforti con numeri sul 15000, della stessa azienda, anche se non necessariamente della stessa fabbrica.

Organetto portatile

Oltre a quella di palazzo Giustiniani, c’era quella di Borgo Padova, poi c’erano sedi a Venezia, Vienna, Dresda, la tecnica di costruzione di Maltarello era all’avanguardia e influenzò anche altri marchi. Io non sono né accordatore, né restauratore, sono un po’ artigiano e un po’ musicista – afferma umilmente Guidolin -, ma grazie a Ferrari ho imparato a mettere le mani su questi pianoforti. A casa ne ho quindici di Maltarello e alcuni di altri costruttori. Il suono e la meccanica sono quelli dei pianoforti storici, un musicista oggi non potrebbe farci un concerto, tranne per la musica settoriale dell’Ottocento, come Chopin. Ho sempre cercato di mantenere la meccanica e le corde originali, invece che, come avrei potuto, tenere il legno antico e inserire meccaniche e corde odierne».

Pianoforte di marchio Rosenfranz

Ai primi del Novecento il grande compositore russo Stravinskij andava direttamente da Luigi Maltarello a comprare i pianoforti. Anche Bellini e Rossini usavano pianoforti Maltarello., che sono un patrimonio della città di Vicenza, che grazie alla passione e alla generosità di Sante Guidolin può tornare a casa. Non resta che sperare che associazioni pubbliche e private possano unire le loro forze per valorizzare questo patrimonio, che a sua volta andrebbe a valorizzare l’intero palazzo.

 

Di admin

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